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SAP S/4 Hana e SAP ERP

In questo breve articolo parliamo di SAP S/4 Hana, chiariamo quali sono i suoi componenti e soprattutto facciamo chiarezza sulle differenze con SAP ERP.

User? le immagini ufficiali delle presentazioni SAP per illustrare le principali caratteristiche cos? da essere veloci ed efficaci…

Innanzi tutto Hana ? la nuova tecnologia database in memory di SAP: Hana ? molto piu di un semplice database in RAM perch? SAP ha racchiuso al suo interno molteplici componenti come un manager di sessione e transazioni, un processore MDX – Multi Dimensional eXpression, un data engine con motore row-based e uno column based, uno strato di persistenza su disco ed un application server ( in Hana sono confluite le tecnologie provenienti da MaxDB LiveCache, Trex, P*Time).

sap_hana.png

Sul database Hana sono stati costruiti nel tempo vari prodotti SAP, sotto una breve storia delle principali innovazioni SAP fino ad Hana ed al suo utilizzo per la piattaforma S/4:

sap_hana_route.png

Per quanto riguarda le differenze di architettura fra S/4 HANA  e quella che poteva essere la classica architettura di SAP ERP chiariamo innanzi tutto che non si tratta completamente di un nuovo prodotto di SAP ma S/4 HANA ? una versione rivista di SAP Business Suite 4 sul nuovo database Hana, in pratica si tratta del proseguo di R/2 e R/3 con l’adattamento alla nuova tecnologia del database in memory Hana (non a caso S/4 dopo R/3 e R/2).
Quindi niente paura per il futuro del linguaggio di programmazione ABAP, ottime notizie per tutti i ABAPers perche “S/4 HANA” puo essere istallato anche solamente su piattaforma ABAP.

Un’altra buona notizia per la maggior parte dei clienti ? che le applicazioni SAP non ECC commerciali (tipo EWM, TM, APO..etc) sono sempre basate sul DB Hana e possono rientrare quindi nel nucleo SAP ERP, questo significa ridurre le esigenze come il numero di server ed i requisiti di middleware.

SAP_Business_Suite_diagram.png
SAP_S4_HANA_diagram.png

S/4 Hana ? stato semplificato molto nel modello dati, il numero delle tabelle ? minore ed ? stata ridotta l’occupazione in memoria attraverso la compressione dei dati. Vedi sotto la riduzione di occupazione in memoria nel modello di S/4 Hana.

sap_bs_to_hana.png

 ll numero di oggetti del livello applicazione ? stato ridotto di tre quarti rispetto a SAP ERP.

sap_objects_hana.png

La struttura dati semantici con i servizi core e la nuova interfaccia SAP Fiori UX per qualsiasi dispositivo (cellulare, desktop, tablet) sono gia comprese in S/4 Hana.

sap_old_vs_new_hana.png
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Accesso mobile a SAP: abilitare SAP Webgui

Visto il crescente numero di dispositivi mobili presente nelle aziende, vi potrebbe fare molto comodo poter accedere da questi dispositivi al vostro sistema SAP:  se non volete accedere a compartimenti stagni, come avviene nelle applicazioni verticali sviluppate con SAP Fiori, ma in modo completo come avviene nell’interfaccia standard SAP – SAPGUI per PC – potete fare riferimento solamente a LiquidUI di Synactive in campo mobile, nessun altro offre una soluzione client completa come la SAPGUI per dispositivi mobili…..

Un buon modo per aggirare questo ostacolo ? usare HTML e la webgui installata di default sul vostro SAP ITS : la webgui altro non ? che la traslazione web della SAPGUI e , anche se si rischia qualche incompatibilit? su alcuni elementi grafici di qualche browser mobile, rappresenta comunque un ottimo punto di partenza per sfruttare appieno tutte le potenzialita di SAP. 

Naturalmente questa possibilit? va attentamente valutata dal lato cyber security: offrire l’accesso dei dipendenti al cuore del vostro sistema gestionale non ? una attivit? da sottovalutare, innanzi tutto non esporrete l’accesso su internet ma solo su VPN aziendale e dovrete mettere in piedi una infrastruttura web sicura, un frontend server in https che agir? come proxy delle connessioni verso SAP oltre che un attento controllo delle credenziali di accesso a quest’ultimo attraverso un sistema di autenticazione a doppio fattore.

Sulla vostra installazione SAP non dovrete fare molto per abilitare la webgui e quindi aprire al mobile il vostro sistema SAP una volta messo in sicurezza l’accesso.

Per prima cosa andremo ad abilitare la webgui, dobbiamo controllare le impostazioni del vostro ICM tramite la tr. “SMICM – ICM configuration and monitoring” assicurandovi che siano popolati i due parametri sotto:

Menu-> Goto -> Parameters ->Display :

  1. icm/server_port_0 PROT=HTTP,PORT=8000
  2. icm/host_name_full <Full Qualified Domain Name>

  Dopodich? dovrete controllare che siano attivati i servizi ICF sotto navigando nell’albero servizi della tr. SICF: per atttivarli baster? cliccare sopra al servizio con il tasto destro e premere attivare.

  1. /default_host/sap/bc/gui/sap/its/webgui
  2. /default_host/sap/public/bc/ur
  3. /default_host/sap/public/bc/its/mimes

  A questo punto per pubblicare i servizi eseguite la tr. SIAC_PUBLISH_ALL_INTERNAL, riceverete un log di attivazione dopo qualche minuto.

Una volta pubblicata la webgui e quindi impostato il FQDN del server e porta di accesso, dovrete configurare appositamente il proxy server https cosi da girare le richieste sicure in https provenienti dal client al vostro server SAP in http e fare forward delle risposte sempre in https verso il client ma in https: l’autenticazione a doppio fattore dovr? agire sul frontend server/proxy, il client si dovr? connettere prima attraverso doppia autenticazione per ottenere l’accesso alla pagina di login di SAP e poi autenticarsi con la sua utenza in SAP.

  Una volta configurato tutto, puntando il browser all’indirizzo che avrete scelto di esporre sulla intranet potrete accedere alla webgui: ricordate che la porta usata sar? anche il numero di istanza del server e relativo servizio che dovrete aver opportunamente mappato nel proxy (istanza 00  porta 8000, istanza 01 porta 8001, istanza 02 porta 8002,ecc….)

https://<Full Qualified Domain Name>:8000/sap/bc/gui/sap/its/webgui

  Nell’immagine sopra potete vedere come viene visualizzata la webgui del ITS 7.40 su un dispositivo Iphone 6: le transazioni a mia disposizione funzionano tutte senza problemi…

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Internet of Things – Matrikon OPC UA

  Visto il grande focus sull’integrazione dell'”internet of things”, scrivo questo articolo con lo scopo di condivedere un video di MatrikonOPC, azienda leader nell’integrazione a livello macchina/PLC: l’offerta si basa sullo standard aperto OPC – Open Platform Communications – che si spera diventi lo standard di fatto nell’intergrazione a livello PLC.

MatrikonOPC fornisce prodotti di connettivit? dati basati sullo standard OPC per i controllori programmabili (PLC) dei produttori piu conosciuti, la sua forza ? quella di potenziare o aprire l’accesso ai dati  sui principali sistemi di automazione integrando la loro connettivit? nativa all’infrastruttura IT esistente usando uno standard aperto e condiviso con una chiara visione di come puo essere fatta un’integrazione verticale di veloce implementazione.

I loro client, server OPC e SDK sono infatti l’ideale per l’integrazione IoT verticale su realta come le fabbriche dove esiste gia un alto grado di automazione: i controllori di processo saranno in grado di condivedere dati provenienti dai piu svariati sensori ed attuatori o dati aggregati sullo stato delle attivit? e del processo.

In questo video vediamo come OPC UA – Unified Architecturepuo inserirsi e trasformare l’infrastruttura IT.

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Le linee guida PackML per l’integrazione delle macchine nelle linee di produzione e confezionamento

“PackML” ? l’acronimo di Packaging Machine Language, una linea guida elaborata dall’organizzazione per l’automazione e il controllo delle macchine (OMAC) e supportata da grandi produttori operanti a livello globale di beni di consumo come Nestl?, Procter & Gamble e PepsiCo. L’obiettivo ? creare standard aperti per l’integrazione delle macchine sia in verticale e che in orizzontale in collaborazione con i system integrators, i costruttori di macchine e i fornitori di tecnologie.

L’ “integrazione orizzontale” si riferisce all’interazione tra le macchine stesse (comunicazione machine-to-machine) mentre l'”integrazione verticale” si riferisce all’interazione con i sistemi piu alti, sia sistemi di controllo che gestionali.

L’allineamento con Pack ML significa avere macchine pi? facili da integrare, gestire e mantenere: un allineamento completo a Pack ML significherebbe avere macchine integrabili sul processo e semplicemente plug and play.

I produttori di beni di consumo che utilizzano le linee guida Pack ML riescono a integrare nuove linee di produzione e/o di confezionamento da tre a quattro mesi prima.

In questo modo il costo totale di propriet? (TCO) dei sistemi scendere in modo significativo, mentre aumenta l’efficacia complessiva delle apparecchiature (OEE).

Anche i system integrator ne traggono vantaggio accelerando e semplificando le procedure di test, messa in opera e SAT.

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Connected factory

In questo articolo faremo una sintesi di alto livello delle azioni necessarie per raggiungere l’obiettivo dell’integrazione nelle fabbriche: parole come “connected factory”,”smart factory” o “smart manufacturing” fanno tutte riferimento all’obiettivo della fabbrica digitalmente interconnessa dove i dati delle macchine e gli impianti di produzione e di logistica sono integrati fra loro e con i processi aziendali dell’ERP.

Come base di partenza per avere processi completamente integrati dovremo sviluppare per prima cosa l’infrastruttura di rete, dal nostro data center verso le nostre linee di produzione e le macchine che compongono la linea o i sistemi di supervisione.

Abbiamo gia trattato in altri articoli come e dove dare le priorit?, valutando il ritorno economico, il budget a nostra disposizione e l’impatto che avremo sui fermi dei processi, .

Per essere interconnesse, il PLC della macchina o il sistema SCADA dovranno avere un secondo punto rete con cui comunicare verso i server di integrazione e la nostra rete aziendale: quello della scheda di rete o router di integrazione e relativa messa in opera ? il primo costo che dovremo affrontare.

Per un fattore di sicurezza informatica diamo per scontato che l’interconnesisone sia fisica con cavo di rete e che la nuova scheda di rete o device usato sulla macchina/impianto non abbia il routing abilitato al suo interno: questo nuovo punto rete infatti dovr? segregare le comunicazioni verso il nostro data-center dalle comunicazioni interne della sottorete della macchina/impianto.

  Se non abbiamo reti ethernet locali ed abbiamo i dati di nostro interesse su un singolo PLC o PC convogliatore, ci converr? dotarlo di una seconda scheda di rete dedicata alla rete aziendale, se invece abbiamo gi? una rete locale dedicata all’automazione della linea o del processo oppure una sua supervisione, potremo usare un router interno a questa sottorete per eseguire il NAT dei dispositivi voluti verso la nostra rete aziendale ed i nostri server. Se non abbiamo un router industriale capace di NAT nella sottorete dell’impianto dovremo installarlo e sostituire lo switch/router/hub gia presente.  

Dovremo dedicare una o piu VLAN alle comunicazioni di questo tipo segregate dalle altre e opportunamente controllate da firewall.

Sui server dovremo avere un middleware capace di “parlare” i dialetti dei PLC e SCADA che abbiamo sulle nostre linee, come detto in altri articoli,  prodotti come Matricon, KepWare, Wonderware OI Server sono in grado di tradurre ed esporre i dati su protocolli OPC – standard aperto per la comunicazione industriale.

Se installiamo poi la suite Wonderware System Platform avremo molto di piu di un middleware capace di esporre dati in OPC, oltre che parlare con l’automazione questa suite ci permetter? di elaborare i dati provenienti dal campo implementando dei veri e prori sistemi MES o WMS completi, fornendo feedback delle operazioni sempre all’ERP. 

Una volta disponibili in rete i dati di processo su protocolli aperti come OPC possiamo sfruttarli in mille modi, utilizzarli sui pi? differenti sistemi, storicizzarli per vederne e capire gli andamenti, fare report ad hoc su prodotti da ufficio come Excel o meglio PowerBI.

Il beneficio maggiore ma anche piu costoso sarebbe integrarli con l’ERP tramite degli appositi connettori e sistemi dedicati alla comunicazione con il factory floor come ad esempio gli end point SAP MII, a questo punto abbiamo dedicato un’altro articolo vista la sua estensione analizzando le possibilit? di integrazione del gestionale SAP .

Capite che si apriranno molteplici opportunit?, le dovremo prioritizzare e implementare a seconda della consueta analisi costi benefici: nella figura sotto abbiamo rappresentato una tipica integrazione con alcuni esempi delle soluzioni pi? diffuse e vantaggiose, vi invito a scrivermi per analizzare assieme a voi costi, tempi e possibili piani di progetto.

Una volta realizzata l’interconnessione e configurato il sistema middleware di automazione possiamo rendere semplice il passaggio ad una vera e propria “connected factory”: pensate solamente ai vantaggi per l’ERP, questo pu? diventare la colonna dorsale aziendale che estende le sue terminazioni nervose sino alle linee di produzione allineandosi con tutti i sistemi intermedi di produzione e logistica.

I sistemi di automazione processo possono configurarsi e operare a seconda della pianificazione dell’ERP e al tempo stesso l’automazione pu? fornire feedback sull’esecuzione all’ERP cosi che questo possa lavorare veramente in real time.

Capite che in questo modo viene favorita oltre l’integrazione verso l’alto anche l’integrazione orizzontale fra sistemi eterogenei: attraverso un middleware capace di trattare standard aperti come OPC o xml, gli impianti di automazione e i sistemi scada di diversi fornitori potranno comunicare e lavorare in modo integrato scambiandosi dati su tutto il processo.   

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